Sulle tracce del Lariosauro: la leggenda del mostro del Lago di Como
Colico, autunno 1946. Due cacciatori provenienti dalla nebbiosa Brianza si trovano nel territorio del Pian di Spagna in cerca di selvaggina. Improvvisamente uno strano rumore proveniente dalle acque limitrofe desta la loro attenzione e lo spettacolo che si palesa ai loro occhi negli attimi seguenti è a dir poco agghiacciante: un'orripilante creatura squamosa dal colore rossastro e lunga più di dieci metri emerge dal lago a poca distanza dalla riva. I due uomini prendono coraggio ed inneggiano con il mostro una lotta a colpi di fucile, finendo per ferirlo e metterlo in fuga. E così, tutto ciò che rimane della misteriosa creatura è solo una macchia scura che si allontana, immergendosi negli abissi del lago. La notizia desta un immediato scalpore e, come previsto, non si attarda ad occupare le prime pagine dei giornali locali.
Nei giorni successivi nei paesini del lago non si parla d'altro. La paurosa avventura dei due cacciatori brianzoli è al centro della cronaca e, con un miscuglio di terrore, fascino e curiosità, gli abitanti lariani attendono con trepidazione ulteriori particolari sul mostro nelle successive pubblicazioni del "Corriere Comasco".
Nei giorni a venire sono tante le persone che, cavalcando l’onda della notizia, parlano dei loro presunti avvistamenti, anche se la creatura viene descritta di volta in volta in modi molto diversi se non contraddittori, finché la vicenda divenuta tanto di moda nell'immediato dopoguerra verrà dimenticata per alcuni anni.
Ci troviamo ora nel 1954, sulle rive di un paesino dall'altra parte del lago. Padre e figlio notano una strana creatura, con caratteristiche differenti rispetto a quella avvistata otto anni prima, che riporta comunque alla ribalta la questione del mostro lacustre. Nel 1957 anche un gruppo di biologi marini afferma di aver avuto l'onore di incontrare uno strano pesce nelle profondità del lago, questa volta con le sembianze di un coccodrillo. E poi di nuovo l'oblio, fino al 2003, quando alcuni pescatori giurano di aver visto un animale di dimensioni ragguardevoli somigliante ad un'anguilla nei pressi di Dervio.
Come in tutte le vicende di questo tipo, sorge spontaneo chiedersi dove si possa tracciare il confine tra realtà e leggenda, tra scienza e folklore. È indubbio che gli avvistamenti di cui si è tanto discusso nel corso degli anni siano stati nella maggior parte dei casi invenzioni dovute ad una galoppante fantasia popolare, in grado di alimentare svariate trovate turistiche, libri, narrazioni, programmi televisivi e giornate divulgative. Infatti la celebrità del nostro mostro lo ha addirittura portato a presenziare in alcuni fumetti di Topolino in veste di simpatico animaletto. E non poteva certo mancare una canzone di Davide Van De Sfroos, il più famoso cantautore lariano, che con “El Mustro” gli ha dedicato questi versi:
ho visto il lago squarciarsi ho visto il cielo coprirsi e la luna cadere era fatto come un'anguilla, era grosso come un battello e mangiava tutte le stelle una biscia incatramata, con la bocca aperta e con occhi dell'altro mondo un mostro
La leggenda di questo strano animale che da lungo tempo ispira i locals più fantasiosi, si rifà alle reali vicende del "Lariosaurus Balsami", nome scientifico con cui la paleontologia locale aveva definito un rettile acquatico estinto vissuto circa 230 milioni di anni fa, il cui primo esemplare fossile venne trovato proprio sul ramo orientale del Lago, a Perledo, frazione di Varenna, nel 1839. Il piccolo predatore assomigliava probabilmente a una lucertola. Lungo tra i 60 cm e i 130 cm, presentava infatti una fisionomia relativamente lunga e snella che terminava in un cranio appiattito. Si pensa che le zampe posteriori fossero palmate, mentre quelle anteriori avessero una forma simile a delle pinne. Dal “Lariosaurus Balsami” si trasse quindi ispirazione per battezzare il nostro personalissimo mostro lacustre con il nome di Lariosauro, per gli amici Larrie.
Insomma, se vi troverete sul ramo orientale del Lago di Como tenete gli occhi ben aperti, magari il lariosauro Larrie, il mostro lariano, si paleserà per farvi un saluto.
Dai un'occhiata a questo interessante gioco di carte didattico per conoscere i pesci del nostro lago. Chi avrà rubato l'alborella? Mettetevi anche voi sulle tracce del Lariosauro!
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